Intervista al Comandate del Pattugliatore “Comandante Bettica”, Capitano di Fregata Giuseppe Bonfiglio, attraccato al porto di Santa Cruz de Tenerife

28/3/2024
Tenerife

Abbiamo avuto il piacere di intervistare telefonicamente il Comandate del Pattugliatore “Comandante Bettica”, Capitano di Fregata Giuseppe Bonfiglio

AG – Comandante Bonfiglio, questa è la prima volta che, partendo dall’Italia, attraccate al porto di Santa Cruz de Tenerife?

CB – Sì, è la prima volta con la nave Bettica; abbiamo percorso circa 2400 miglia per giungere alle Isole Canarie. Siamo partiti da Augusta, in Sicilia, dove ha sede la Quarta Divisione Navale, alla quale appartiene la nave Bettica, insieme ad altre 3 unità gemelle della classe comandanti e a tutte le altre navi che rientrano sotto il Comando delle forze da Pattugliamento.

AG – Qual è il motivo della vostra sosta, presso il porto di Santa Cruz de Tenerife?

CB – Di fatto, è stata la nostra prima sosta logistica, mirata al rifornimento di carburante e viveri, per essere pronti ad affrontare, in massima autonomia, la nostra missione operativa.

AG – Mi scusi Comandante, Lei parla di missione operativa; può, a questo proposito, darci qualche informazione in merito al vostro viaggio?

CB – Certamente. Martedì 26 marzo, molleremo gli ormeggi per dirigerci verso il Golfo di Guinea, dove parteciperemo alla cosiddetta operazione “Gabinia-”.

Gabinia, è un’operazione della Marina Militare Italiana, che ci vedrà dislocati, per tre mesi, nel golfo di Guinea, a tutela e protezione degli interessi nazionali. Ovvero, ciò significa che, all’interno del Golfo di Guinea, c’è un forte interesse, da parte dell’Italia, a difendere, in primis, le attività di estrazione di greggio e il traffico commerciale, operanti nella suddetta area, e che danno origine a fenomeni che potrebbero ostacolare l’attività stessa; come, ad esempio, quella della pirateria.

In questi mesi, infatti, pattuglieremo lungo le rotte marittime che vanno e vengono nel golfo di Guinea, allo scopo di tutelare tale interesse e, di conseguenza, aumentare la sicurezza marittima, piuttosto che contrastare gli eventuali fenomeni di pirateria; cooperando, nel contempo, con le altre marine di altre nazioni che sono interessate, e che svolgono analoga attività.

AG – Quindi, immagino siate pronti a salpare tra poche ore, giusto?

CB – Si , proprio così; siamo pronti a raggiungere le nostre aree per questa missione operativa che, prenderà il via di fronte alle coste senegalesi, naturalmente in acque internazionali. Dopodichè, dal Senagal, navigheremo davanti alle acque degli Stati rivieraschi che si affacciano sul golfo di Guinea, all’interno di quelle aree che coincidono con le aree operative dell’Architettura di Yaoundè e che si spingono fino all’Angola.

AG – Di quanti uomini è composto l’equipaggio della nave?

CB – Io, personalmente, ho un equipaggio di 75 persone, tra cui 9 donne. L’equipaggio è composto da 61 marinai facenti parte del personale fisso della nave; ai questi si aggiungono due team specialistici; il primo composto da piloti e specialisti della componente volo che si occupano dell’impiego dell’elicottero, che possiamo dire essere un nostro sensore di scoperta avanzata; il secondo team invece, è quello della Brigata Marina San Marco, ovvero, i nostri Marines.

Tale brigata si avvale di operatori specializzati anche nell’ispezione dei mercantili che transitano lungo quell’area, nel caso in cui si dovesse presentare la necessità di approfondire quale tipo di attività commerciale stiano svolgendo. Tutto ciò è fondamentale, per scoprire un’eventuale minaccia quanto più lontano possibile dall’Italia, in modo da capire al meglio come gestirne ed eventualmente, affrontarne le conseguenze..

AG – Certo è, che la parola “pirateria” può evocare un termine fiabesco, invece purtroppo in questo caso…

CB – Già! Come giustamente lei dice Signora Giacobbe, purtroppo, ormai da decenni, questa amara realtà, non solo esiste ma è sempre più in espansione, qui come in altri territori; e, da qualche anno, anche nel golfo di Guinea. Certamente può sembrare fuori tempo, ma purtroppo non lo è, e, soprattutto, non può essere sottovalutata, in quanto, la pirateria, è una delle principali minacce riguardanti il commercio marittimo, e le sue conseguenze si riverberano direttamente anche nel Mediterraneo. Va da sé, che quasi l’ottanta per cento del traffico mondiale, si muove via mare, ed essendo il Mediterraneo un mare di transito, per noi è importantissimo per alimentare la filiera di importazione delle materie prime che avviene in Italia, dove poi vengono trasformate, in prodotti finiti.

AG – Una mia curiosità Comandante: perché il pattugliatore d’altura si chiama – comandante Bettica-?

CB – Questa nave, è la gemella di altre tre; una classe di quattro unità che si chiamano proprio -la classe comandanti – .

Questo perché sono navi che sono state dedicate a quattro comandanti di cacciatorpediniere che, durante la seconda guerra mondiale, si sono distinti per azioni eroiche; in particolare la mia, si chiama appunto -comandante Bettica- , in onore del comandante Ener Bettica, che, durante la seconda guerra mondiale, capitanava il cacciatorpediniere Folgore e con il quale partecipò a uno scontro contro Unità della Royal Navy difendendo il convoglio che scortava e reagendo valorosamente al loro attacco. A seguito di quest’azione il Folgore affondò, trascinando con sé il Comandante Bettica, che perì in azione insieme ai suoi 2000 uomini dell’equipaggio. In memoria di questa sua eroica azione, venne decorato con la medaglia d’oro al valor militare, e, a inizio anni 2000 la Marina Militare Italiana, ha deciso di dedicargli una delle quattro navi della classe comandanti.

AG – Quindi, se ho capito bene, si è voluto ricordare, in particolare, quattro comandanti!

CB – Si esatto; la prima delle quattro navi si chiama Cigala Fulgosi, poi c’è Comandante Borsini, seguito dal Comandante Bettica e Comandante Foscari. Ovvero quattro comandanti di quattro torpedinieri che si sono distinti, nell’ultimo conflitto mondiale.

AG – Desidero ringraziarla personalmente, in merito al vostro encomiabile e costante operato, dando voce anche alla comunità italiana che risiede alle Isole Canarie.

CB – La ringrazio per questo spazio che ci ha voluto dedicare; inoltre ci tengo a sottolineare che abbiamo trovato veramente un eccellente supporto da parte delle Istituzioni canarie, all’interno delle quali, ho avuto modo di confrontarmi con piacere e cordialità, nonché anche una grande accoglienza da parte della cittadinanza che è venuta a visitare la nave, oltre a diversi gruppi di connazionali e Associazioni Militari.

Abbiamo anche potuto, per quel che è stato possibile, godere delle bellezze che offre questa splendida Isola. Tenerife, per noi, come sosta logistica, possiamo dire che è stata una porta d’ingresso nell’aerea delle operazioni.

E allora Capitano non posso che augurare a Lei e a tutto il suo equipaggio… Buon vento!

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