Vino Margalagua di Envínate: 100 Punti Parker e un tesoro enologico da scoprire a Tenerife

13/6/2024
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Nel massiccio di Anaga troverete paesaggi mozzafiato affacciati sul litorale nord-est di Tenerife, costeggiato dalle montagne altissime con forme fantasiose.

Qui si incontrano i terreni più antichi dell’isola dedicati alla viticoltura. Le basse viti piantate a piede franco dall’aspetto tortuoso crescono in questa zona da secoli. Le prime notizie documentate della colonizzazione del territorio risalgono ai tempi della conquista castigliana degli inizi del XVI secolo, ma sicuramente queste coste erano già abitate precedentemente dall’antica popolazione di Guanches.

La coltivazione è cominciata con l’arrivo delle viti dal vecchio continente, per cui la conservazione di vitigni e vigneti in alcune zone è tra le più antiche d’Europa. Dobbiamo anche considerare che le Canarie, grazie al loro isolamento, sono state risparmiate dalla piaga della fillossera che ha devastato i vigneti di tutto il mondo.

Per di più le caratteristiche dei terreni coltivabili sono eccezionali, una terra fertile vulcanica ricca di minerali e accarezzata dai venti alisei fornisce la materia prima perfetta per creare vini diversi e allo stesso tempo unici. Tutti questi fattori insieme creano un luogo unico al mondo dove le Isole Canarie fanno parte di un patrimonio enologico mondiale. In due parole – un vero tesoro. Scopriamolo insieme! IL CAPOLAVORO DELLA NATURA E DELL’IMPEGNO UMANO.

Il massiccio di Anaga fa parte dei tre edifici geologici emersi dall’oceano milioni di anni fa, quando Tenerife cominciò ad acquisire la sua forma peculiare. La formazione geologica dell’isola è considerata dagli scienziati molto singolare. Le tre punte del triangolo della superficie di 2.034 km2: quelle di Anaga, di Teno e di Adeje, sono state unite dall’enorme vulcano de Las Cañadas, non più esistente. I terreni vulcanici dei massicci risultano maggiormente erosi rispetto alla parte centrale dell’isola, dove ancora avviene l’attività eruttiva attorno al Teide.

La loro composizione contiene una grossa quantità di limo e argilla. Inoltre l’abbondanza di rocce garantisce un buon drenaggio e l’approfondimento delle radici nel terreno. Le caratteristiche del suolo del massiccio di Anaga sono ottimali per la coltivazione delle varietà rosse dell’uva canaria, soprattutto di Listán negro e Negramoll, anche se qui si trovano anche alcuni vigneti delle varietà bianche. Quello che distingue ulteriormente la produzione del vino in questa zona, sono i piccoli terrazzamenti conservati a diverse altitudini: cominciando 75 metri sopra la riva dell’oceano e innalzandosi fino a 300 metri s.l.m. Per lungo tempo i piccoli appezzamenti del terreno sono stati abbandonati essendo situati nella parte delle montagne o degli scogli difficilmente raggiungibili con dei mezzi.

A causa della mancanza di strade spesso bisogna camminare diversi chilometri a piedi sui sentieri scoscesi aiutandosi con asini o cavalli per trasportare i grappoli d’uva appena raccolta a mano o gli attrezzi agricoli utilizzati per lavorare la terra. Una fatica incalcolabile la quale, nella nomenclatura vinicola, viene descritta come una coltivazione “eroica”. Proprio qui, nelle vicinanze del piccolo villaggio di Taganana, nasce uno dei vini maggiormente apprezzati a livello internazionale e venduto in più di trenta paesi – il vino Margalagua della cantina Envínate. Nel 2012 quattro enologi, o meglio chiamarli “eroi”, hanno cominciato la loro avventura con questi piccoli appezzamenti di vigneti situati all’incirca mezz’ora di cammino dal paese. Roberto Santana, Laura Ramos, José Ángel Martínez e Alfonso Torrente non immaginavano che qualche anno dopo il loro vino sarebbe stato inserito in un prestigioso elenco di Robert Parker.

Il sistema di valutazione del famosissimo “L’Avvocato del Vino” (The Wine Advocate) è basato su 100 punti suddivisi in base a diversi criteri come aspetto, colore, aroma e potenziale di invecchiamento. La degustazione avviene alla cieca e i vini vengono valutati in modo comparativo. Il punteggio tra 87/100 e 89/100 rappresenta i vini molto buoni con un eccellente rapporto qualità-prezzo, ma il punteggio superiore a 90/100 caratterizza i vini migliori della categoria, quelli rari e di annate eccezionali. L’influenza della lista Parker sul mercato è enorme, i vini inseriti con la valutazione più alta possono raggiungere prezzi da capogiro. Nel corso degli anni, questo sistema è diventato lo standard della critica enologica. Basti pensare che nel 2019 la famosa Guida Michelin ha acquistato l’intera società di Robert Parker per garantire la sinergia tra gastronomia ed enologia, avendo come scopo la creazione di esperienze basate su abbinamenti tra cibo e vino. 

La scalata del successo del Vino Envinate Táganan Margalagua comincia nel 2018 quando le due annate del 2016 e 2015 hanno ottenuto il punteggio nella scala di Parker rispettivamente di 96+ e 96 punti. L’anno successivo il rosso del 2017 è stato inserito nell’elenco con 97/100. Nel 2020 ancora un altro punto in più, per poi arrivare nel 2023 con il suo Margalagua de Táganan prodotto nell’anno 2021, al primo posto nella classifica della prestigiosa guida mondiale.

Raggiungere 100 punti della Guida Parker è il sogno di ogni viticoltore. La recensione del famoso critico Luis Gutiérrez ha sottolineato che questo vino rosso rivela note di frutta e fiori molto freschi. “È pieno, sfumato e profondo con un finale bordeaux con un’abbronzatura molto fine e una consistenza setosa. Contiene minerali vulcanici, che mostrano il colore rosso del terreno vulcanico e la vicinanza dell’oceano”. È il vino “più completo, equilibrato, profondo e anche più fresco mai creato”, afferma. Questo vino vulcanico è stato apprezzato da Barak Obama, confermando una certa predisposizione alla degustazione dei vini canari dai presidenti americani cominciata da George Washington nel lontano 1757.

Come viene creato questo capolavoro di viticoltura? La cantina Envínate dal 2015, l’anno in cui nasce il Margalagua, produce questo vino particolare usando principalmente le varietà d’uva Listán Negro e Negramoll mescolate al 10% di uve bianche portate da una dozzina di viticoltori della zona.

I quattro soci sono ispirati ai vini tradizionali di Taganana, quando per la poca quantità della produzione, i contadini mescolavano diverse varietà d’uva per poi bere il vino semplicemente a tavola. Ancora oggi la quantità prodotta è davvero esigua: solo circa 3.000 bottiglie all’anno. La cantina riserva il 10 e il 15% della produzione per le Isole Canarie, il resto viene venduto in tutto il mondo. All’estero in un ristorante una bottiglia può costare più di 120 euro, in un negozio circa 60 euro. L’anno scorso non solo Táganan di Envínate 2021 ha trionfato nella guida Parker. Lo hanno fatto anche altri vini: il Palo Blanco Las Molinas 2022 (98+), un bianco secco, categoria che solitamente non occupa le prime posizioni, e due vini di Santa Ursula, quello del 2021 95+/100 e del 2022 (95/100). Per tanto Vi invito a fare una caccia al tesoro dell’enologia canaria. Andate a cercare questo vino pregiato nelle enoteche di Tenerife oppure nei ristoranti vicino alla spiaggia di Las Bodegas a Taganana. Forse il Bacco vi porterà fortuna potendolo acquistare a soli 26 euro a bottiglia. 

Barbara Stolecka Guía de turismo de Canarias n 4157

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