Arucas: la sagrada città dei fiori

10/6/2024
Gran Canaria

Nell’Arcipelago Canario esistono molte chiese dedicate a San Giovanni Battista. Probabilmente perché la stagione del solstizio estivo, quando le giornate sono più lunghe e il sole crescente bacia generosamente le isole, è maggiormente indicata per celebrare le feste del San Juan. Vi consiglio di recarvi in quel periodo nella città di Arucas, situata nella regione settentrionale dell’isola di Gran Canaria, a circa 12 km di distanza dalla capitale Las Palmas.

In questo luogo, ogni cosa merita la vostra attenzione. Prima di tutto, potete salire sulla montagna di origine vulcanica più alta nei dintorni, dove, a 400 m di altitudine, si può ammirare il panorama mozzafiato dell’intero municipio. Il belvedere si trova a soli 15 minuti dal centro, ma la strada per arrivarci è abbastanza stretta e con molte curve. State attenti! La vista permette di ammirare gli ampi campi agricoli e le piantagioni di banane che circondano quasi interamente Arucas. La città, infatti, riflette il boom economico dell’agricoltura, comune in quasi tutte le Isole Canarie. Qui a Gran Canaria, dapprima con la coltivazione della canna da zucchero, poi con la cocciniglia nella seconda metà del XIX secolo, e infine con la banana. Nella vasta prospettiva spicca la mole scura della “cattedrale”, la straordinaria chiesa neogotica dedicata a San Juan Bautista, la cui edificazione durò circa 70 anni, agli inizi del secolo scorso. Ma cominciamo dall’inizio.

La storia di Arucas fa risalire la sua origine al periodo preispanico, quando gli antichi abitanti dell’isola di Gran Canaria, ricordati oggigiorno con il nome del popolo dei Canari, la chiamavano Tamarán, la terra dei coraggiosi. Il nome del villaggio deriverebbe dal termine aborigeno Arehuc o Arehucas, oggi il marchio del rinomato rum locale, che viene prodotto in una fabbrica del XIX secolo aperta ai visitatori. L’insediamento fu distrutto durante la prima incursione spagnola compiuta dal conquistatore Juan Rejón nel 1479. Qui perse la vita, due anni dopo, durante la battaglia svoltasi nelle vicinanze del paese, il famoso Doramas, il capo della resistenza canaria. Nei tempi molto inquieti della conquista spagnola, quest’uomo di origini molto umili, grazie alle sue abilità militari, fu scelto dal popolo come Guanarteme, il re. Doramas divenne talmente importante che il capitano castigliano Pedro de Vera intraprese personalmente una campagna decisiva contro di lui. Durante la battaglia, il Guanarteme fu ucciso e il suo cadavere venne decapitato, la testa fu appesa su una lancia nella città di Las Palmas come monito per la popolazione indigena. In questo modo spietatamente cruento, gli spagnoli annientarono il valente popolo dei Canari. La drammatica storia di Doramas viene ancora ricordata come uno dei fatti più dolorosi della conquista spagnola. Successivamente, agli inizi del XVI secolo, il luogo si popolò di numerosi cavalieri ai quali furono assegnati appezzamenti di terreni ricchi di sorgenti d’acqua.

Il centro storico di Arucas è stato iscritto dal governo canario nella lista dei cosiddetti raggruppamenti di beni immobili di valore storico, distinto rispetto ad altre unità urbane (“conjunto histórico”). Infatti, Arucas è una città eclettica dove possiamo incontrare edifici con diverse influenze architettoniche, tra le quali spicca la cosiddetta “Cattedrale”, costruita con la pietra vulcanica locale di colore azzurrognolo. Inizialmente, nello stesso luogo dove oggi sorge l’enorme chiesa, esisteva un piccolo eremo dedicato a San Giovanni Battista, circondato da un piccolo gruppo di case. L’ascesa dell’importanza del territorio portò l’eremo a essere elevato a parrocchia nel 1515. Successivamente, l’edificio è stato allargato, per poi diventare nel XVII secolo una elegante chiesa a tre navate in stile rinascimentale, dove furono aggiunte nel secolo seguente una torre neoclassica con l’orologio e un campanile di stile romanico. Con il passare del tempo, la popolazione, non contenta dell’edificio, decise di costruirne un altro, più bello e soprattutto più grande. Così, nel gennaio del 1909, si iniziò lo smantellamento del primitivo tempio, mentre erano già in corso i lavori per il progetto dell’attuale chiesa. Il municipio ha invitato il rinomato architetto catalano Manuel Vega y March (1871-1931), il quale cominciò subito a elaborare una costruzione degna della megalomania dei suoi abitanti. Dobbiamo ricordare che a quei tempi, a cavallo dei secoli XIX e XX, a Barcellona dominava lo stile chiamato il modernismo catalano, inserito nella più vasta corrente europea dell’Art Nouveau. Tra i numerosi architetti che contribuirono alla diffusione del movimento, spicca in particolare Antoni Gaudí (1852-1926), che inventò uno stile personale straordinariamente visionario. L’influenza del modernismo e la sua variante neogotica concepita da Manuel Vega y March si notano subito nell’aspetto esterno della chiesa di San Giovanni Battista di Arucas. Lo sbalorditivo edificio neogotico si staglia sorprendentemente dal panorama cittadino, in uno spettacolo di sproporzioni e contrasti. Ciascuna delle sue facciate è incorniciata da due torri aguzze a base poligonale, dove risaltano il dettaglio e la profusione decorativa. L’elaborato intaglio, realizzato in pietra azzurra di Arucas, evidenzia la rinomata abilità dei lavoratori locali. Secondo lo stile con cui è stata concepita la chiesa, le vetrate assumono un ruolo importante. Queste provengono dalla rinomata ditta francese Maumejean et Frères, ottenute grazie alla donazione di privati, confraternite e gruppi di quartiere.

All’interno, da notare la pianta dell’edificio che forma un quadrato quasi perfetto con tre navate longitudinali interrotte da un ampio transetto che viene ultimato con l’abside e il deambulatorio. La centralità dello spazio è sottolineata dai tre magnifici rosoni, quello sulla facciata ha un diametro di 7 metri. Ma il tempio si distingue anche per l’importante patrimonio artistico che conserva, proveniente soprattutto dall’antica chiesa. Di particolare rilievo sono i dipinti del pittore canario Cristobal Hernández de Quintana e la figura del Cristo giacente del XVI secolo, scolpita dall’artista locale Manuel Ramos, che attualmente presiede l’altare maggiore.

La chiesa aprì al culto nel 1917, anche se la costruzione continuò dopo la morte del suo rinomato architetto, divenuto nel frattempo il direttore della Scuola di Belle Arti di Barcellona. Nell’anno 1977 i lavori furono finalmente ultimati e a causa delle sue enormi dimensioni, la chiesa viene ribattezzata dagli abitanti con il nome di cattedrale insulare.

Nel patrimonio storico e artistico della città di Arucas spiccano altri edifici situati a poca distanza l’uno dall’altro. La pittoresca Plaza de San Juan, oltre alla cattedrale, è circondata da altre strutture degne di nota come l’edificio del Teatro Nuovo rimasto incompiuto, la Casa del Cura (la canonica), costruita in stile tradizionale canario, e la Casa Granado Marrero, che vanta uno stile modernista. Continuando la passeggiata, si incontra la Casa della Cultura, la sede della biblioteca e dell’archivio generale, che ospita nel suo cortile una notevole pianta della Dracaena Draco (albero del drago). Si consiglia vivamente una visita al Museo Civico, in quanto espone le opere di artisti locali. L’edificio fu originariamente residenza dei Gourié Alvarez, la famiglia legata alla storia della città, e, soprattutto, proprietaria delle distillerie che per diversi decenni furono il motore trainante dell’economia della città. Si può effettuare una visita guidata gratuita nella fabbrica del rum Arehucas, per osservare le installazioni e i vecchi macchinari, con la possibilità di degustare i prodotti e visitare il museo del rum.

Situata in prossimità del centro storico e della distilleria, si trova la Cantera, una delle cave storiche del paese, da dove proviene la pietra azzurrognola caratteristica del paese. La cava ricrea fedelmente l’ambiente in cui vivevano e lavoravano i famosi tagliapietre di Arucas, richiesti in molti paesi, anche lontani, per la loro bravura e maestria.

Nel mese di giugno non può mancare la passeggiata nei parchi cittadini. Non per caso, Arucas viene chiamata la Città dei Fiori. Il giardino botanico di Las Hespérides, costruito nel 1880 e chiamato anche il Giardino della Marchesa, si trova lungo la strada che conduce a Banaderos e mostra più di 2500 specie di fiori tropicali e subtropicali, raccolti più di un secolo fa dal primo marchese nei suoi viaggi all’estero. Avanzando verso la costa, potrete anche fermarvi alle Saline del Bufadero del XVII secolo, le uniche ancora attive a Gran Canaria.

Ma non potete assolutamente mancare alla festa più importante della città, dedicata a San Juan, celebrata ogni 24 giugno in onore del santo patrono. La vigilia della festa è caratterizzata dai tradizionali fuochi d’artificio, da una fiera del bestiame e da una sagra, durante la quale uomini e donne, in abiti tradizionali, ballano al ritmo di musiche popolari canarie. Non mancano le bancarelle dove gli artigiani espongono i prodotti tipici locali.

Come non godersi questa città avvolta nel profumo dei fiori nel mese più piacevole dell’anno?

Barbara Stolecka

Guía de turismo de Canarias n. 4157

Altro di Gran Canaria!

Vai alla sezione

Altre News!

Vai alla sezione

Altre News!

Vai alla sezione

Altre News!

Vai alla sezione

Altre News!

Vai alla sezione
ViViLeCanarie nasce dall’esperienza di Vivitenerife,
primo periodico italiano a Tenerife. Un sistema integrato
di comunicazione con un giornale mensile ed un sito web
dedicati a dare informazioni e suggerimenti per chi vive
alle Canarie o sta pianificando di visitarle. Il modo migliore
per tenersi sempre aggiornati e per Vivere le Canarie!
Per informazioni su come pianificare
la tua campagna pubblicitaria su ViviLeCanarie:
+34 618 865 896
+34 626 646 881
info@vivilecanarie.com
Privacy Policy
Copyright © 2024 All rights reserved.
Design by SBLAD