Il microbiota: un mondo dentro di noi

26/6/2024
Editoriali

Sentiamo parlare spesso di ciò che oggi è noto come ‘malattie del progresso’, come ad esempio le malattie autoimmuni, infiammatorie, cardiache, ma anche altre ben più note come il diabete, il sovrappeso e l’obesità. Sempre più studi indicano il cambiamento del nostro microbiota intestinale come un fattore di rischio. Ma cosa si intende per microbiota intestinale?

Conosciuto anche come ‘flora intestinale’, il microbiota è l’insieme di tutti i microrganismi, principalmente batteri, ma anche funghi e virus, che popolano il nostro intestino. Questi microrganismi interagiscono tra loro e con l’intestino, contribuendo a regolarne le funzioni essenziali. Regola e svolge così tante funzioni che oggi è considerato come un vero e proprio organo endocrino aggiunto, il ‘secondo cervello’ del corpo umano.

C’è una precisazione doverosa da fare. Microbiota e microbioma, parole spesso usate come sinonimi, esprimono in realtà due concetti diversi. Il microbiota è la comunità di microrganismi che colonizza un determinato ambiente, come l’intestino umano. Il microbioma, invece, comprende l’intero patrimonio genetico di questi microrganismi. Risulta quindi essere un viaggio elettrizzante quello che molti studi stanno portando avanti per determinare il ruolo cruciale che questo ecosistema di miliardi di microrganismi gioca nella nostra salute e nel nostro benessere generale. È ormai chiaro che il microbiota svolge funzioni importantissime, tra cui quella digestiva, fondamentale per l’assorbimento dei nutrienti necessari. Non si limita a questo però: combatte e previene infezioni e malattie infiammatorie, sintetizza vitamine e minerali essenziali che il corpo da solo non è in grado di produrre, e influenza anche la salute mentale, in quanto in collegamento diretto con il cervello, influenzando così umore, cognizione e livelli di stress.

Il benessere del microbiota intestinale è strettamente collegato all’alimentazione. Per migliorare lo stato di salute, questo deve essere costituito da un numero e da specie batteriche diverse e ideali, le quali hanno bisogno di essere nutrite in maniera corretta ed equilibrata. Quando nasciamo, il nostro corpo non presenta microbi, ma veniamo colonizzati immediatamente, già durante il parto. È così che si formano le prime colonie di ‘batteri buoni’ che rendono il corpo umano un posto ospitale in cui anche altri microrganismi possono vivere. Siamo noi stessi a plasmare il nostro microbiota giorno dopo giorno, influenzandolo con le nostre scelte, con i cibi che consumiamo, con i luoghi che visitiamo, con le persone che frequentiamo… e proprio per questo motivo, possiamo anche migliorarlo e renderlo più forte per favorire una salute ottimale.

Il ‘microbioma industrializzato’, così come è stato definito in particolar modo quello della società occidentale, è causa di molte patologie, proprio per la sua ridotta varietà. Mangiare un’eccessiva quantità di prodotti processati, impoveriti di moltissimi nutrienti e ricchi di sostanze chimiche aggiunte in fase di lavorazione, ha portato all’estinzione di moltissimi ceppi batterici intestinali, favorendo così la riduzione della flora intestinale stessa. L’ideale per contrastare questo fenomeno è quindi aumentare il consumo di prodotti a base vegetale, proprio perché in fase digestiva, questi, ricchi di fibre, vengono assimilati in maniera migliore e supportano la salute del microbiota.

L’intestino deve risultare un ambiente ospitale ed è per questo che abbiamo bisogno di assumere quantità elevate di fibre. Ecco come ciò che mangiamo può cambiare le carte in tavola. Quante fibre consumiamo quotidianamente? Ne consumiamo a sufficienza? Seguiamo una dieta che sia il più varia possibile per nutrire i nostri microbi intestinali? Proprio così, più microrganismi diversificati popolano il nostro intestino, maggiore sarà la loro capacità di affrontare e reagire a eventuali problemi rafforzando il nostro sistema immunitario.

Antagonista assoluto del microbiota intestinale è certamente l’uso smodato e scorretto di antibiotici. Questo, un altro grande problema che affligge le società più industrializzate, danneggia indiscriminatamente i batteri intestinali, sia quelli benefici che quelli dannosi; ecco perché bisognerebbe utilizzarli solo quando strettamente necessario e seguendo indicazioni mediche ben precise.

Le più recenti ricerche evidenziano enormi differenze tra il microbioma del mondo industrializzato (tracciato attraverso tantissimi campioni analizzati) e quello del mondo meno industrializzato, che presenta una maggiore diversità nella sua composizione. Il microbioma delle popolazioni rurali, in particolare, presenta centinaia di specie di microrganismi in più se paragonato a quello industrializzato. Questo ha permesso alla ricerca di identificare quelli che sono i microbi ‘perduti’ nel tempo a causa del cambiamento delle abitudini alimentari e come questo si ripercuote sullo stato di salute generale della popolazione.

Per ripristinare e migliorare il microbiota intestinale è possibile seguire alcuni semplici accorgimenti come ad esempio consumare più frutta e verdura per aumentare l’apporto di fibre; introdurre grassi buoni e alimenti fermentati (la prima forma di probiotico); evitare o limitare quanto più possibile gli alimenti processati. Sarebbe ideale variare gli alimenti di natura vegetale, consumandone più varietà possibile, per favorire lo sviluppo di un microbiota quanto più diversificato.

Il microbiota intestinale è un vero e proprio ecosistema vitale per la nostra salute. Bisogna quindi saper ascoltare il proprio corpo e costruire un rapporto sano con il proprio intestino. Comprenderne a fondo le dinamiche spalanca nuove porte nella prevenzione e nel trattamento di molte patologie. Modulare la composizione di questo ecosistema

attraverso strategie nutrizionali mirate, oltre che l’utilizzo di probiotici e prebiotici o il trapianto di feci (attualmente attenzionato da molti studi per correggere gli squilibri intestinali), rappresenta un campo di ricerca in continua espansione con un enorme potenziale per il futuro della medicina.

Un microbiota forte e diversificato è un prezioso alleato per una vita lunga e in salute e gli studi in essere promettono un notevole miglioramento nella qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo.

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